domenica 7 aprile 2019

RECENSIONE SU CONTORNI DI NOIR






Il Nero, Gianfranco Nerozzi, ribalta la paura con la raffinatezza purpurea che gli appartiene.
Conosce le sfumature del sangue, i suoi anfratti nascosti. Li scruta, li disseziona...


La forza del thriller “Bloodyline” sta nella sua non emorragia di parole, nella qualità di lasciar fluire il sangue e trattenere la frenesia di raccontare a piene parole, sta nella sua incisivita da bisturi.
L’autore conosce le chiavi della suspense, conosce anche le serrature predisposte ad essere aperte. Costruisce l’apertura e la chiave che permette di entrare, essendo conscio persino di quante saranno le porte dell’abisso che avranno bisogno di essere spalancate per sprofondare nell’orrore più rosso.


Nerozzi maneggia alla perfezione, come una scure bipenne, anche il tema del doppleganger, della confusione dei sentimenti, dei ricordi, degli affetti.
L’autore ha una sopraffina cura dei dettagli che formano la paura e la plasmano in un’ansia difficile da arrestare. “Bloodyline” diventa così un page turner di assoluta qualità e mestiere, dove ogni tassello combacia all’imperfezione, che poi è ciò che rende la paura perfetta.


“Bloodyline” è libro di specie, genere del male, alambicco antico che contiene la formula millenaria di saper coniugare la dolcezza di alcuni ricordi d’infanzia che appartengono a tutti noi all’It che attende sottopelle, che erode le nostre vulnerabilità fino a trovare la breccia per emergere.
di  ANDREA NOVELLI e GIAMPAOLO ZARINI








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